Se una notte d'inverno un viaggiatore, di Italo Calvino
Possiamo dire che ci troviamo di fronte il romanzo complesso per definizione. Il romanzo è difficilmente raccontabile, noi cercheremo di farlo, in modo superficiale, solo per gli argomenti che ci riguardano.
La struttura del libro è, in breve, la seguente. Il romanzo è scritto in seconda persona singolare, ponendo quindi il Lettore (come è chiamato nel libro) al centro della narrazione. Nella prima parte del primo capitolo il Lettore compra il libro di Calvino "Se una notte d'inverno un viaggiatore" e si accinge a leggerlo, nella seconda parte è narrato l'inizio del libro di Calvino, qui il narratore diventa il protagonista del romanzo e passa alla prima persona. In questo modo si ingenera un assurdo: il libro di Calvino, che noi stiamo leggendo, è in realtà molto diverso dal libro di Calvino che sta leggendo il Lettore, abbiamo detto però che siamo stati trascinati dall'autore ad immedesimarci nel Lettore. L'assurdo quindi è doppio: sia perché noi sappiamo bene che il libro di Calvino vero, quello che abbiamo in mano, inizia parlando di un Lettore, e non del Viaggiatore del titolo, e poi perché il libro di Calvino falso, nella seconda metà del primo capitolo, non è riportato in modo testuale, con le sue proprie parole, ma è invece raccontato all'interno del libro di Calvino vero. Il primo capitolo termina dopo alcune pagine in cui sono riportate le vicende del Viaggiatore, personaggio che in qualche modo si confonde con quello del Lettore.
Il secondo capitolo comincia di nuovo in seconda persona narrando di come il Lettore, terminata la lettura delle prime pagine del libro di Calvino, si accorge che le pagine successive sono una ripetizione delle prime, e così per tutto il libro che ha in mano. Oramai il Lettore si è appassionato alla lettura e desidera continuarla, si reca quindi nella libreria per chiedere la sostituzione del libro fallato. Qui conosce Ludmilla, la Lettrice, che reclama anch'essa la sostituzione del libro di Calvino e che lo accompagnerà per il resto del libro. In libreria inizia la confusione tra i libri, infatti il libraio dice che per un errore in tipografia il contenuto del libro di Calvino è stato sostituito con un altro, quindi ciò che il Lettore ha letto era qualcosa di diverso, fornisce allora una nuova copia corretta del libro che stavano leggendo al Lettore e alla Lettrice. La seconda metà del secondo capitolo racconta il nuovo libro in possesso del Lettore, libro completamente differente da quello del primo capitolo e che si interrompe anch'esso dopo poche pagine.
I successivi capitoli, fino al decimo, sono costruiti sulla falsariga dei primi due: una prima parte in cui sono narrate le inutili peripezie del Lettore per concludere almeno uno dei libri iniziati, ogni volta ricevendo un nuovo libro che dovrebbe essere la continuazione e il termine del precedente, ma che poi si rivelerà invariabilmente un nuovo libro; e una seconda parte in cui viene narrata la storia contenuta di volta in volta nel libro in possesso del Lettore.
L'undicesimo capitolo tratta, sotto forma di interventi di alcuni lettori di una biblioteca dove il lettore è andato a cercare i libri precedentemente letti e interrotti, dei vari modi di leggere e della possibilità che le storie non abbiano né principio né fine.
Il dodicesimo capitolo, infine, in modo fintamente rassicurante chiude sul Lettore e la Lettrice, oramai sposati, nel momento in cui il Lettore termina la lettura del romanzo "Se una notte d'inverno un viaggiatore" di Calvino, romanzo in cui hanno vissuto, insieme al lettore del mondo reale, delle avventure non facilmente inseribili nel flusso normale del tempo.
Esamplificata all'estremo la struttura del libro, passiamo ad analizzarne le caratteristiche di complessità, così come le descrisse Calvino nelle "Lezioni americane".
È presente l'idea di contemporaneità di più universi possibili in due modi distinti.
Innanzitutto la scrittura delle parti in cui è protagonista il Lettore sono scritte con lo stesso stile degli inizi dei libri letti, proprio per la caratteristica che hanno i libri di essere raccontati dallo stesso narratore presente in tutto il libro. Tale uniformità di scrittura rende omogenei i due livelli della storia, il Lettore e i libri raccontati, col risultato di rendere contemporanea e fluida qualsiasi azione capiti nei due livelli, in qualche modo eliminando la variabile temporale all'interno della narrazione.
In secondo luogo il personaggio dello scrittore Silas Flannery, che nel diario descrive il suo progetto di un racconto basato su due scrittori, uno produttivo e l'altro tormentato, che hanno tra di loro un rapporto di ammirazione e di invidia, e una giovane lettrice. Dal rapporto dei tre personaggi Flannery elenca una serie di possibili andamenti del racconto, tutti reali, esclusivi e contemporanei.
È presente l'idea di sviluppare in modi diversi un nucleo comune all'interno di una cornice definita, facilmente identificabile nella presenza degli incipit dei libri letti dal lettore, libri che identificano diverse categorie della scrittura novellistica.
L'idea del racconto come macchina per moltiplicare le narrazioni è esemplificata dalla figura dello scrittore-traduttore-falsificatore Ermes Marana, che aumenta all'infinito il numero di storie traducendo libri, variandone l'ambientazione, sostituendone i personaggi, associando liberamente titoli e contenuti diversi. Inoltre le porzioni dei dieci libri narrati potrebbero essere degli inizi di altrettanti libri ma anche, e con maggior forza, sono dei racconti con la fine sospesa, che delineano un ambiente e una situazione e terminano lasciando alla fantasia del lettore il compito di terminare la vicenda, in questo modo esprimendo la molteplicità di storie che possono scaturire da un medesimo inizio.
L'idea della costruzione di un romanzo come una molteplicità di storie che si intersecano è presente nei riferimenti che le porzioni dei dieci libri fanno l'un l'altro. Ciò che viene realizzato all'interno del romanzo di Calvino non è ipertestualità, infatti il romanzo ha un andamento sequenziale che non potrebbe trarre vantaggio da una struttura a rete, propria dell'ipertesto. Si tratta invece di intertestualità, cioè comunicazione tra diversi testi, diversi libri, fossero questi anche dei libri fittizi e unicamente accennati all'interno del romanzo di Calvino, in questo riprendendo un modo di scrivere utilizzato da Borges (di ciò parleremo in un prossimo saggio). I testi dei dieci libri riportati all'interno di "Se una notte..." contengono riferimenti tra di loro e alcuni personaggi, o almeno i loro nomi, appaiono in libri diversi, questa presenza di riferimenti tra i libri è la realizzazione pratica dell'idea di Calvino che i libri tra di loro si parlino e che non possa esistere un libro avulso dall'universo degli altri libri.
Siamo arrivati al termine dell'analisi e al momento di votare la complessità del romanzo.
Voto alla complessità di contenuti: 8/10
Perché si potrebbe dire che tutte le corde della complessità individuate da Calvino siano state toccate. Forse, quello che ci si attende da un iperromanzo e che viene un po' disatteso sono le dimensioni dell'opera, la possibiità di perdersi all'interno: trattandosi di romanzi complessi le aspettative, almeno le mie aspettative, sono di trovarsi all'interno di un mondo concluso e avvolgente. In Calvino questa caratteristica non è presente, in parte probabilmente anche per la scrittura fredda e distaccata dell'autore, che quindi non accoglie il lettore in un universo ricreato.
Voto alla complessità di forma: 0/10
Il romanzo non tenta di uscire dalla sequenzialità della lettura normale. Il libro in sè non guadagnerebbe ad essere scritto in modo ipertestuale, essendo comunque vincolato alla sequenza degli avvenimenti decisa dall'autore.
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Ultima modifica: 5 maggio 2008.