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Cinquantanovesima storia ribollita

di chinalski

Ribollita in pillole

Primo indizio
A quei tempi vivevo in una bella fattoria in Groenlandia, tutto era bello: la natura, gli indigeni, gli amici, io, gli animali. Ci volevamo bene, ed eravamo felici. I datteri crescevano un po' a fatica, ma tutti lavoravamo in armonia e riuscivamo a trarne di che vivere.

Secondo indizio
I miei amici erano: l'inuit Nabuk che gestiva e dirigeva tutti i lavori della fattoria; lo yupik Mantake, simpaticissimo, che alla lunga ha perfino imparato a fare il cuoco; Mengist Brook, mio amico d'infanzia, che si ostinava tutte le mattine a bere cognac sul pack; infine Thomas Thatt-Jonas, l'amico più stretto, nobile ed elegante, un vero gentiluomo.

Terzo indizio
Quante avventure sui ghiacci, come quando Lulu, l'otaria, è venuta a vivere nella fattoria, nel mio igloo: un'otaria e una donna legate in una amicizia che solo in Groenlandia poteva essere possibile. E quante cose ci sarebbero da raccontare sugli eschimesi che vivevano e lavoravano nella fattoria, per scelta, perché da me non erano sfruttati e potevano coltivare parte della terra per mantenere le proprie famiglie.

Quarto indizio
Poi, in breve, tutto finì. I datteri davvero non volevano crescere in Groenlandia, non riuscii più a pagare i debiti e dovetti vendere la fattoria a un gruppo di stranieri che l'avrebbero abbattuta e avrebbero costruito sui terreni. Infine, la cosa peggiore: Thomas ebbe un incidente in barca e morì. Lo seppellii vicino alla fattoria, in modo che potesse vedere i luoghi dove eravamo stati felici.

Quinto indizio
Dovetti andarmene, oramai non avevo più nulla da fare lì. Feci il possibile per salvaguardare gli indigeni che lavoravano nella fattoria e che non avevano più un posto dove andare. Convinsi il governo a permettere loro di occupare una parte della riserva vicino a Nuuk, dove poterono sistemarsi abbastanza bene. Fu così che abbandonai la mia Groenlandia.

Soluzione.

 

Pubblicata il 21/1/2007.

Parolata.it è a cura di Carlo Cinato.
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