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Ventinovesima storia ribollita

di chinalski

Su un mare di acqua che dirvi non so,
un dì l'marinaio colla nave passò
e vide degli alti marosi al buio brillar...
e lì naufragò.
Il marinaio tra sé e sé disse
"E adesso a sopravvivere, come si fa?"
"Non puoi tu pappare i papaveri" si disse lui.
E aggiunse poi, sputando acqua salata:
"Che cosa ci vuoi far, così è la vita..."

"Lo sai che quelli là son alti, alti, alti,
e qui son piccolini, e qui son piccolini,
lo sai che quelli là son alti, alti, alti,
sei nato unoeottanta, che cosa ci vuoi far..."

Vicino a una scogliera che dirvi non so,
un giorno il marinaio verso l'acqua guardò,
e vide una piccola flotta armata veleggiar...
e lì si sdebitò.
Il marinaio disse all'Imperator:
"Imperatò, i nemici non più vi nuoceran."
"Tu puoi catturarli", disse l'Imperatore.
"Se tu di loro non avrai ragione,
il mondo intero non potrà più dire..."

"Lo sai che quelli là son alti, alti, alti,
e qui son piccolini, e qui son piccolini,
lo sai che quelli là son alti, alti, alti,
sei nato unoeottanta, che cosa ci vuoi far..."

Un giorno di maggio che dirvi non so,
avvenne poi quello che nessuno pensò
Su un'altra isola il marinaio un piccol trastullo
diventò.
Ma questo romanzo ben poco durò:
poi venne il falco che la scatola rubò,
e un colpo di vento giù in mare la buttò.
Così il marinaio a casa è tornato,
ma tosto partirà, ancor non è finita.

"Lo sai che quelli là son alti, alti, alti,
e qui son piccolini, e qui son piccolini,
lo sai che quelli là son alti, alti, alti,
sei nato unoeottanta, che cosa ci vuoi far..."

Soluzione.

 

Pubblicata il 14/5/2006.

Parolata.it è a cura di Carlo Cinato.
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