Chiamatemi Raffaele

Quarantaquattresimo incipit rovinato

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Primo indizio
Buongiorno, lasciate che vi parli di me. Sono una persona normale, non troppo basso nella scala sociale, ma nemmeno ai suoi vertici. Diciame che potreste chiamarmi signore, nel senso più comune del termine. Sono stato invitato per parlare del luogo da cui provengo, perché mi è stato detto che nonostante voi viviate in un mondo così superiore al nostro, e che in qualche modo quindi potrebbe contenerlo, in realtà non conoscete nulla di noi. Innanzitutto, io sono in esilio nel vostro mondo, sono dovuto fuggire dal mio perché ero stato imprigionato per pazzia, o anticonformismo, o perché sovversivo, la mia situazione si potrebbe descrivere in vari modi.

Secondo indizio
La nostra società, dicevamo. Il mio mondo è diviso in caste rigide e definite, dove l'aspetto fisico ha un'importanza notevole e, secondo me eccessiva. Certo, in teoria ci sarebbe la possibilità di scalare la scala sociale, di migliorare la propria posizione, ma questa è una possibilità remota, e comunque riguarderebbe sempre un miglioramento del singolo, e non un miglioramento per tutti gli appartenenti alla società: le caste che governano il nostro mondo non hanno alcuna intenzione di diminuire i propri previlegi.

Terzo indizio
Le donne, tra tutti i gruppi di persone, sono quelle che si trovano nello strato inferiore della società e, a differenza degli uomini, nemmeno hanno la possibilità di migliorare la propria situazione. Certo, ci sono dei motivi reali per cui esse debbano mantenere certi comportamenti che potrebbero apparire curiosi a chi non conosce a fondo le caratteristiche del nostro mondo, ma obiettivamente mi si stringe il cuore ogni volta che penso allo stato in cui sono tenute.

Quarto indizio
Cosa faccio qui tra di voi, vi chiederete. Come è possibile che sia venuto a parlarvi da un mondo tanto remoto. Ebbene, non è merito mio, ma del mio maestro, che mi ha insegnato molte cose del suo, e del vostro, mondo, che mi ha alzato, letteralmente, a vedere la situazione da un punto di vista differente e più ampio. Ed è lui che ha avuto l'idea di organizzare questo ciclo di conferenze: non solo per permettermi di guadagnare da vivere, ma anche per fare capire che, come per me esiste un mondo altrimenti impensabile come il vostro, ugualmente voi non dovete escludere che possa esistere, in qualche modo e da qualche parte, un mondo tanto più ampio del vostro. Dopo questa brave introduzione, possiamo incominciare la conferenza.

Quinto indizio: incipit
Il mondo da cui provengo, dicevamo. Immaginate un foglio, bianco, su cui si muovono, o meglio vivono, figure geometriche. Serve altro?

La soluzione e il vero incipit sono in fondo alla pagina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Soluzione
Flatlandia, di Edwin Abbott Abbott.

Incipit reale
Chiamo il nostro mondo Flatlandia, non perché sia così che lo chiamiamo noi, ma per renderne più chiara la natura a Voi, o Lettori beati, che avete la fortuna di abitare nello Spazio.
Immaginate un vasto foglio di carta su cui delle Linee Rette, dei Triangoli, dei Quadrati, dei Pentagoni, degli Esagoni e altre Figure geometriche, invece di restar ferme al lor posto, si muovano qua e là, liberamente, sulla superficie o dentro di essa, ma senza potersi sollevare e senza potervisi immergere, come delle ombre, insomma - consistenti, però, e dai contorni luminosi. Così facendo avrete un'idea abbastanza corretta del mio paese e dei miei compatrioti. Ahimè, ancora qualche anno fa avrei detto: "del mio universo", ma ora la mia mente si è aperta a una più alta visione delle cose.

Parolata.it è a cura di Carlo Cinato.
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