Primo indizio
La vita scorre tranquilla per un onesto commerciante, alle prese con i soliti problemi tutti i giorni, e specialmente con i bisogni della figlia adolescente, da crescere senza la madre, che se n'è andata di casa.
Secondo indizio
Ma il destino a volte permette di stravolgere la propria vita, di risolvere tutti i problemi, di entrare in una nuova dimensione. E di cambiare vita, di assumere un potere incredibile, di diventare da un giorno all'altro una persona chiave per le sorti del mondo, per gli equilibri internazionali.
Terzo indizio
Certo la gavetta è comunque necessaria: bisogna guadagnare la stima dei propri superiori, bisogna fornire informazioni di interesse, documentazione inattaccabile, e poi è necessario guadagnare nuove persone fidate alla causa, costruire una rete di informatori. E, naturalmente, bisogna fare tutto ciò in modo non evidente. Tutti lavori che il nostro protagonista esegue perfettamente.
Quarto indizio
Ma, come spesso succede in questi casi, gli incidenti e i problemi si sommano tra loro, fino all'emozionante epilogo: assassini e tentati assassini, polizia e delinquenti, indizi e prove, errori e gesti di eroismo si mischiano tra di loro. E la conclusione di tutto ciò non può che essere l'assegnazione di una decorazione al nostro uomo, e la sua soddisfazione nel trovare l'amore di una donna.
Quinto indizio: incipit
Due amici, che da tanti anni si conoscono, possono continuare a darsi del lei, in un certo tempo, in un certo posto, con un certo livello sociale. L'amicizia per loro è una cosa che va centellinata, verificata, controllata con prudenza e senza fretta. Forse solo un istante prima di morire, uno dei due, potrebbe dare del tu all'altro. "Signore, lo sa che quell'uomo di fronte a noi mi fa pensare a lei?"
La soluzione e il vero incipit sono in fondo alla pagina.
Soluzione
Il nostro agente all'Avana, di Graham Greene.
Incipit reale
«Quel negro che percorre adesso la strada» disse il dottor Hasselbacher, stando in piedi nel Wonder Bar, «mi ricorda lei, signor Wormold.» Era tipico da parte del dottor Hasselbacher continuare a dare del lei e servirsi dell'appellativo "signore" dopo quindici anni di amicizia... l'amicizia procedeva con la lentezza e la certezza di una diagnosi prudente. Sul suo letto di morte, quando il dottor Hasselbacher fosse accorso a tastargli il sempre più debole polso, Wormold sarebbe forse divenuto Jim.