Chiamatemi Raffaele

Trentatreesimo incipit rovinato

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Primo indizio
Dai, che questa volta ci si diverte.
Allora, c'è subito il morto, con simboli strani addosso. Già, perché non era la persona che tutti pensavano, era molto di più: uno che si muoveva nell'occulto e che occupava una posizione importante all'interno di un gruppo segreto. Il tutto è inquietante, ovviamente. E poi c'è l'eroe, che viene chiamato per indagare sull'argomento.

Secondo indizio
Poi c'è la parente dell'assassinato. Dobbiamo dirlo che è bellissima? Secondo voi l'eroe si innamorerà di lei? E perché l'uomo è stato assassinato? Lo scopriremo presto.

Terzo indizio
Probabilmente da bambino l'autore è stato picchiato da un religioso, perché ancora una volta si accanisce contro... No, ho già detto troppo. Ma non vorrei che vi confondeste con l'altro libro, quello che... Basta, sto decisamente parlando troppo.

Quarto indizio
Ho fatto il furbetto: in realtà quello che vi ho detto è solo la minima parte di ciò che accade nel libro: morti a profusione, scoperte scientifiche usate come se fossero clave, simboli esoterici a caso, riferimenti storici inventati, regole di diritto canonico non comprese o stravolte, papi morti, confusione imperante e trucchetti per arrivare al lieto fine. Ma dare una forma logica al tutto era davvero un problema, non c'è riuscito neanche l'autore, e allora va bene così.

Quinto indizio: incipit
Iniziamo subito con qualcosa di forte, magari marchiando a ferro una persona con un simbolo esoterico. I migliori libri iniziano con la marchiatura a ferro di una persona. E cosa si scrive in questi casi? Facile, si scrive che il personaggio sentiva l'odore di carne bruciata, e che quest'odore proveniva dalla propria pelle. Credo che anche Tolstoj avesse iniziato la maggior parte dei suoi libri con la marchiatura a ferro di un personaggio, e con questa frase ad effetto dell'odore della carne eccetera. E poi dicono che non sono un grande scrittore. Ma che, scherzano?

La soluzione e il vero incipit sono in fondo alla pagina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Soluzione
Angeli e demoni, da Dan Brown.

Incipit reale
Il fisico Leonardo Vetra sentì odore di carne bruciata. Era la sua. Terrorizzato, alzò gli occhi verso l'ombra scura che incombeva su di lui: "Cosa vuole da me?".
"La password" disse lo sconosciuto con voce aspra. "La parola d'ordine."
"Ma io non..."
L'uomo gli premette di nuovo sul petto il ferro arroventato, ancora più a fondo. Si udì uno sfrigolio di carne che bruciava.
"Non c'è nessuna password!" gridò Vetra, straziato dal dolore, sentendosi venire meno.
Lo sconosciuto lo guardò torvo. "Proprio come temevo."

Parolata.it è a cura di Carlo Cinato.
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