Chiamatemi Raffaele

Ventottesimo incipit rovinato

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Primo indizio
Questa volta tratteremo di un romanzo, ma anche di una raccolta di racconti.

Secondo indizio
I nostri protagonisti sono di elevato livello sociale, possono così isolarsi in un luogo inaccessibile per un periodo di tempo. Uno dei modi scelti per impiegare piacevolmente il tempo della segregazione è di raccontare e ascoltare racconti, racconti a volte morali, a volte scherzosi, di vizi o di virtù, ma sempre con una vena di erotismo che li attraversa.

Terzo indizio
Certo, i nostri non sono dediti solo ad ascoltare racconti, sono anche persone di azione. E di azione ce n'è quanto basta: diciamo che i racconti sono il fattore scatenante dell'azione successiva. Di fondamentale importanza risulta pure il regolamento, che definisce i comportamenti illeciti che devono essere evitati nel luogo di segregazione e le relative pene assegnate alle persone appartenenti ai diversi gruppi. Sì, perché gli abitanti del luogo sono divisi in gruppi, strettamente gerarchici, e i diritti e doveri sono ben definiti per ogni gruppo. E le pene, specialmente, sono molto particolareggiate e fantasiose.

Quarto indizio
In questo libro c'è qualcosa di particolare, come dire, quasi di divino. Ma non fatevi venire troppa voglia di leggere quest'opera. Già, perché non è completa: varie vicissitudini hanno fatto sì che per la maggior parte sia solo abbozzata.

Quinto indizio: incipit
Le guerre, si sa, portano da un lato a ridurre i capitali in possesso dello Stato, ma dall'altro lato permettono a chi, senza tanti scrupoli, è capace di sfruttare le altrui difficoltà di arricchirsi immensamente. La nostra storia narrerà delle vicende di quattro di questi dubbi personaggi, che alla fine di un regno erano riusciti a emergere nella parte più ricca della società, e delle strane loro usanze.

La soluzione e il vero incipit sono in fondo alla pagina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Soluzione
Le 120 giornate di Sodoma, del marchese de Sade.

Incipit reale
Le grandi guerre che Luigi XIV ebbe a sostenere durante il corso del suo regno, nel mentre sfinirono le finanze dello Stato e le risorse del popolo, diedero segreta occasione di arricchire una enorme quantità di quelle sanguisughe sempre a caccia delle calamità pubbliche che provocano invece di attenuare, e ciò per trane maggiori vantaggi. La fine del regno, fin allora sublime, fu forse fra le epoche del potere francese in cui più si videro nascere queste oscure fortune, che brillano solo del lusso e della crapula, dissimulati quanto loro. Fu verso la fine di quel regno, e poco prima che il reggente tentasse, con il famoso tribunale noto sotto il nome di Camera di Giustizia, di far rivomitare il maltolto alla moltitudine di disonesti esattori, che quattro fra essi immaginarono la singolare crapula di cui intendiamo rendere conto.

Parolata.it è a cura di Carlo Cinato.
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