Chiamatemi Raffaele

Ventiduesimo incipit rovinato

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Primo indizio
Siamo in quattro, siamo un bel gruppo, ma uno di noi è diverso dagli altri, e anche la sua storia sarà diversa. Io sono il capo, io ho la visione di insieme, gli altri tre sono solo degli esecutori, senza poesia e senza futuro.

Secondo indizio
Ci si diverte noi quattro, insieme ad altri: si organizzano dei festini, degli incontri, siamo ganzi, non c'è che dire. Siamo bravi ragazzi, amati dalla famiglia e dalla società.

Terzo indizio
Però, però, qualcuno tradisce, e chi ci rimette quando qualcuno tradisce? Bravi, vedo che lo sapete anche voi. E allora il tradito fa ciò che può: si trova contro tutto e tutti, i vecchi amici lo disconoscono, tutti lo abbandonano, e passa davvero un brutto periodo, il tradito.

Quarto indizio
Ma poi il caso vuole che il tradito abbia la possibilità di incontrare una sua vecchia conoscenza, un tipo con cui aveva organizzato un festino dei meglio riusciti, e questi lo riconosce. Ma non sempre è un bene essere riconosciuti, se sei uno come il qui presente narratore, e allora si potrebbe passare un altro brutto momento, fino a voler rendere l'anima, fino a volere che tutto finisca. E, allora, la storia finisce, bene o male finisce. E il vostro vecchio amico è di nuovo in sella.

Quinto indizio: incipit
Ve l'ho detto all'inizio: eravamo noi quattro fratelli, e si stava a prepararci per la bella nottata, nel locale solito, si sorseggiava, e si sorseggiava del buon latte, con qualche aggiunta, roba da poco, ma roba che ti preparava a ciò che sarebbe stato dopo, a ciò che sarebbe venuto nella notte.

La soluzione e il vero incipit sono in fondo alla pagina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Soluzione
Un'arancia a orologeria, di Anthony Burgess.

Incipit reale
- Allora che si fa, eh?
C'ero io, cioè Alex, e i miei tre soma, cioè Pete, Georgie, e Bamba, Bamba perché era davvero bamba, e si stava al Korova Milkbar a rovellarci il cardine su come passare la serata, una sera buia fredda bastarda d'inverno, ma asciutta. Il Korova era un sosto di quelli col latte corretto e forse, O fratelli, vi siete scordati di com'erano questi sosti, con le cose che cambiano allampo oggigiorno e tutti che le scordano svelti, e i giornali che nessuno nemmeno li legge. Non avevano la licenza per i liquori, ma non c'era ancora una legge contro l'aggiunta di quelle trucche nuove che si sbattevano dentro il vecchio mommo, cosí lo potevi glutare con la sintemese o la drenacrom o il vellocet o un paio d'altre robette che ti davano un quindici minuti tranquilli tranquilli di cinebrivido stando ad ammirare Zio e Tutti gli Angeli e i Santi nella tua scarpa sinistra con le luci che ti scoppiavano dappertutto dentro il planetario.

Parolata.it è a cura di Carlo Cinato.
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