Chiamatemi Raffaele

Sedicesimo incipit rovinato

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Primo indizio
Si tratta di una storia vera, realmente accaduta, e che viene raccontata nel libro per la prima volta. È la storia di un genio, un genio assoluto. No, è la storia di un disgraziato, una persona infima. No, è la storia di una ragazza ambiziosa e superficiale. Invece no, è lui che è ambizioso, che vuole raggiungere ciò che non ha potuto avere in prima persona.

Secondo indizio
Si tratta della storia di un amore contrastato.
Scusate, no, si tratta della storia di una serie di omicidi e di ricatti: l'amore non c'entra nulla, anzi, c'entra l'odio.
No, ti ho detto che è una storia di amore, anzi due storie di amore che si intrecciano, anzi, non si intrecciano, sono proprio due storie di amore per la stessa donna.
Sì, ma lei è combattuta tra amore da un lato e pietà dall'altro. E i due uomini sono proprio diversi tra di loro, e non provano lo stesso sentimento per lei.

Terzo indizio
Ma che cosa ha di strano 'sto tipo? Non è normale? No, normale non è: ciò che ha avuto da una parte lo ha perso dall'altra.
Ciò che avuto come genio lo ha pagato come aspetto esteriore. E tra le cose geniali che sapeva fare ce n'era una, una che gli riusciva particolarmente bene. Anzi due. Ed era un piacere incredibile ascoltarlo.
E poi, non dimentichiamoci che noi stiamo parlando del libro capostipite di un gran numero di adattamenti, ed è difficile distinguere l'originale dalle copie successive.

Quarto indizio
Insomma, è un uomo, nonostante ciò che si dica di lui, che ha delle caratteristiche sublimi e altre che lo rendono un reietto, sempre in fuga e sempre in guerra con il mondo. È spietato e crudele, ed è tenero e dolce. E lavora, lavora completamente assorbito dal capolavoro che sta creando. E vive nascosto, nel buio, nelle cantine. E combatte per riuscire a sopravvivere.

Quinto indizio: incipit
Che serata, che risate, che urla, che trambusto nonostante il cambio della direzione a capo dell'istituzione. E la signora che stava ripassando il discorso di commiato, seccata per il frastuono, riuscì a capirne il motivo grazie alle parole di una attricetta: tutto era scatenato dalla paura e dall'angoscia, perché qualcuno o qualcosa di terribile era apparso!

La soluzione e il vero incipit sono in fondo alla pagina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Soluzione
Il fantasma dell'opera, di Gaston Leroux.

Incipit reale
Quella sera - proprio quella in cui i signori Debienne e Poligny, direttori dimissionari dell'Opéra, davano la loro ultima serata di gala in occasione del loro commiato - il camerino della Sorelli, una delle stelle della danza, fu improvvisamente invaso da una mezza dozzina di quelle signorine del corpo di ballo che risalivano dalla scena dopo aver danzato Polyeucte. Vi si riversarono facendo una gran confusione, alcune scoppiettando in risate eccessive e poco naturali, altre in grida di terrore.
La Sorelli, che desiderava restare sola un istante per ripassare il discorso di saluto che doveva pronunciare poco dopo nel foyer della danza dinnanzi a Debienne e Poligny, aveva assistito seccata a tutta quella folla sventata che si era precipitata da lei. Si girò verso le compagne e si adirò per quell'agitazione così tumultuosa. Fu la piccola Jammes - un naso caro a Grévin, occhi di myosotis, guance di rosa, un seno di giglio - a spiegarne la causa in tre parole, con una voce tremante, soffocata dall'angoscia:
"È il fantasma!"

Parolata.it è a cura di Carlo Cinato.
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