Chiamatemi Raffaele

Dodicesimo incipit rovinato

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Primo indizio: incipit
"Pasquale!"
Nessuna risposta.
"Pasquà!"
Nessuna risposta.
"Ndò sei, Pasquà?"
Nessuna risposta.
La vecchia guardò sopra gli occhiali, nella stanza, poi li alzò e guardò sotto. Non ci guardava quasi mai attraverso, per non consumarli: erano gli occhiali belli, da figura, e non valeva la pena usarli per cercare un bambino. Poi disse ad alta voce, arrabbiata ma non troppo, parlando ai mobili:
"Pasquà, se ti prendo ti aggiusto io..."

Secondo indizio
Il protagonista ha due amici, di cui uno diventerà poi famoso, è un donnaiolo un po' scapestrato e non facilmente trattabile. Quando i tre iniziano un'attività incappano in qualcosa che li spaventa, che avrebbero voluto non vedere e che coinvolge un tipo poco raccomandabile, allora giurano che non ne parleranno mai. Incontrano poi di nuovo il tipo poco raccomandabile impegnato in strani traffici, e scoprono cose anche pericolose, cose che li metteranno nei guai.

Terzo indizio
L'amico del nostro protagonista diventa poi un eroe, avendo evitato che il tipo poco raccomandabile facesse del male a una donna molto benvoluta nel loro paese. Nel frattempo il nostro protagonista rimane intrappolato in un luogo con la propria donna, luogo dove va a nascondersi anche il tipo poco raccomandabile dopo il suo tentativo di crimine non riuscito. Per fortuna i nostri due, il protagonista e la donna, riescono a fuggire dal luogo pericoloso, mentre il tipo poco raccomandabile rimane chiuso dentro, intrappolato involontariamente dal padre della donna. Finiscono qui i guai dei nostri amici, ma solo per ricominciare successivamente.

La soluzione e il vero incipit sono in fondo alla pagina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Soluzione
Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain.

Incipit reale
"Tom!"
Nessuna risposta.
"Tom!"
Nessuna risposta.
"Ndove s'è caciato sto ragazzo? Ohu, Tom!"
Nessuna risposta.
L'anziana signora abbassò gli occhiali e ci guardò per di sopra, intorno nella stanza; poi se li alzò e ci guardò per di sotto. Di rado o quasi mai ci guardava attraverso, per una cosa da niente come un bambino; dato che questi erano il suo paio da festa, l'orgoglio del suo cuore, ed erano stati fatti per lo "stile" più che per la praticità; avrebbe potuto guardare attraverso un paio di coperchi da stufa, per quello che cambiava. Rimase perplessa un attimo, e disse, neanche tanto arrabbiata, ma abbastanza forte per farsi sentire dai mobili:
"Ve', seti meto le mai 'dosso, giuro che..."

Parolata.it è a cura di Carlo Cinato.
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